Genitori divorziati, figlio affidato certamente al padre in un caso: la Legge è chiara

In un caso il figlio di genitori divorziati può essere affidato al padre: ecco cos’hanno deciso i giudici

In caso di divorzio dei genitori il figlio generalmente viene affidato alla madre, ma come sempre ci sono eccezioni alla regola. Come in questo caso, nel quale invece il giudice ha deciso diversamente. Per un motivo, anzi più d’uno, ben preciso.

Genitori divorziati quando la legge affida il figlio al padre
In un caso il giudice ha deciso di affidare al padre il figlio di genitori divorziati – radiohouse.it

Lo ha disposto il tribunale di Monza, che ha preso la decisione di collocare il minore presso il genitore che ne garantisce la miglior tutela sia dal punto di vista economico che morale. In questo caso è proprio il padre. Cerchiamo di capire come nasce la decisione dei giudici monzesi partita da una richiesta avanzata dalla madre del figlio minorenne, inizialmente designata come genitore collocatario.

Figlio di genitori divorziati, in che caso viene affidato al padre

La donna, come detto, si era rivolta al Tribunale di Monza per chiedergli di autorizzare il trasferimento del figlio presso di sé in un’altra città diversa da quella di origine, dove intendeva ricongiungersi col nuovo marito. Il padre però si era opposto alla sua richiesta sostenendo che un eventuale trasferimento non avrebbe fatto bene al minore, tanto più che non c’era altra giustificazione al cambio di città se non nella personale soddisfazione della madre.

Quando il minore è affidato al padre divorziato
Stavolta nella contesa tra genitori per il figlio il giudice ha dato ragione al padre – radiohouse.it

A rinforzo delle sue ragioni il padre aveva portato gli accordi pattuiti in precedenza con la ex moglie per regolare il loro rapporto col figlio. Questi accordi escludevano espressamente la possibilità di un trasferimento della madre, che già all’epoca aveva iniziato la relazione con quello che sarebbe diventato il suo nuovo marito e il padre temeva l’eventualità di un trasferimento.

È emerso poi che il figlio, malgrado vivesse in casa della madre, passava ugualmente molto tempo anche col padre, presente in eguale misura nella sua vita. I due ex coniugi infatti avevano concordato un regime di affidamento condiviso in forza del quale il papà partecipava in maniera attiva alla vita privata e scolastica del figlio. Esercitava in sostanza la sua responsabilità genitoriale congiuntamente alla madre.

Il giudice dà ragione al padre: il figlio starà a casa sua

Il giudice di primo grado, con apposita sentenza, ha dato ragione al padre respingendo le richieste avanzate dalla madre. Per il tribunale infatti il diritto alla bigenitorialità, «fermo il limite del supremo interesse del minore», rappresenta anche «un diritto fondamentale del genitore, sia in relazione alla tutela dello stesso come individuo, sia in relazione alla uguaglianza nella coppia genitoriale» sancita dalla Costituzione.

Per il padre infatti sarebbe stato troppo gravoso l’esborso economico – alla luce dei costi di trasporto e del pernottamento alberghiero – per continuare a frequentare con la stessa regolarità di prima il figlio. Meno gravosi invece gli oneri per la madre ricorrente che invece, anche nel caso in cui avesse deciso di trasferirsi per raggiungere il nuovo marito, avrebbe potuto comunque appoggiarsi alla sua famiglia di origine o tenerlo con sé presso casa propria o quella dei nonni, in modo da poter passare del tempo col figlio in un ambiente domestico.

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